CRONACHE SPAZIALI
ASTROFILO
l’
L
a galassia nana Markarian
177 (al centro) e la sua inso-
lita sorgente SDSS1133 (chiaz-
za blu) distano 90 milioni di an-
ni luce e si trovano nella nota
costellazione dell’Orsa Maggio-
re. [Sloan Digital Sky Survey]
non sono stati finora in grado di con-
fermarne l'esistenza, pertanto trovare
anche solo una di quelle sorgenti sa-
rebbe una grande scoperta.”
La collisione e la fusione di due galas-
sie distrugge la loro forma e innesca
nuovi episodi di formazione stellare.
Se ogni galassia possedesse un buco
nero supermassiccio centrale, essi for-
merebbero un sistema binario al cen-
tro delle galassie in fusione, prima di
fondersi a loro volta.
“Questo studio è estremamente inte-
ressante per il nostro gruppo di ri-
cerca, perché normalmente studiamo
la formazione stellare e l'attività degli
AGN durante la fusione delle galassie,
ma ora stiamo osservando il rimbalzo
del buco nero dopo la fusione”
, dice
David Sanders, astronomo dell'IfA
coinvolto nella ricerca. La fusione di
buchi neri rilascia un'enorme quan-
tità di energia in forma di radiazione
gravitazionale, come spiegato dalla
teoria della gravità di Einstein. A
causa delle masse in accelerazione,
nel tessuto dello spazio-tempo si irra-
diano onde verso tutte le direzioni. Se
entrambi i buchi neri hanno uguali
masse e versi di rotazione, la loro fu-
sione emette onde gravita-
zionali uniformemente in
ogni direzione. Più proba-
bilmente, masse e verso di
rotazione saranno diffe-
renti, portando alla propa-
gazione asimmetrica di on-
de gravitazionali (quindi in
una direzione preferenzia-
le), che lanciano il buco ne-
ro nella direzione opposta.
La “pedata” può essere ab-
bastanza forte da scagliare
il buco nero completamen-
te fuori dalla sua galassia,
condannandolo alla deriva
eterna nello spazio interga-
lattico. Più solitamente, la
pedata spedirà l'oggetto su
un'orbita ellittica.
Nonostante la sua ricolloca-
zione, il buco nero espulso
manterrà tutto il gas caldo
intrappolato attorno a sé e
continuerà a brillare finché
quel gas sarà consumato
S
DSS1133 (la macchia brillante in basso a sini-
stra) è stata una sorgente persistente per più
di 60 anni. Questa sequenza di immagini astro-
nomiche d’archivio, prese attraverso diversi tele-
scopi e filtri, mostra che la sorgente era visibile
nel 1950 e più brillante nel 2001. [NASA’s God-
dard Space Flight Center/M. Koss (ETH Zurich)]
lungo la nuova traiettoria. Per
quanto le proprietà quell'inso-
lita sorgente di luce in una ga-
lassia lontana 90 milioni di anni
luce (Markarian 177, appunto)
siano compatibili con un buco
nero supermassiccio espulso, gli
astronomi non possono ancora
escludere soluzioni alternative.
SDSS1133 potrebbe anche es-
sere il residuo di una stella mas-
siccia che ha subito un periodo
eccezionale di eruzioni prima di
distruggersi esplodendo come
supernova.
“Con i dati che ab-
biamo in mano, non possiamo
ancora distinguere tra questi due sce-
nari”
, dice Koss, astronomo presso