l'Astrofilo gennaio-febbraio 2015 - page 28

CRONACHE SPAZIALI
ASTROFILO
l’
SDSS1133 rappresenterebbe il più
lungo periodo di eruzioni di una LBV
mai osservato, seguito dall'esplosio-
ne finale di una
supernova, la
cui luce rag-
giunse la Terra
nel 2001. Il caso
più somigliante
nella nostra ga-
lassia è il mas-
siccio sistema
binario Eta Ca-
rinae, che in-
clude un LBV di
circa 90 masse
solari. Fra il
1838 e il 1845, il
sistema è an-
dato soggetto
a un'esplosione
che ha disperso
almeno 10 mas-
se solari e reso
quella stella la seconda più brillante
del cielo. Successivamente si verificò
un'eruzione minore nell'ultimo de-
cennio del 1800. Per spiegare SDSS-
1133 con una LBV, la stella dev'essere
stata in quasi costante eruzione da
almeno il 1950 fino al 2001, quando
raggiunse il picco di luminosità e di-
venne supernova. La risoluzione spa-
ziale e la sensibilità dei telescopi
prima del 1950 era insufficiente a ri-
levare la sorgente, ma se fosse stata
un'eruzione LBV, l'attuale record lo
renderebbe già il più lungo e persi-
stente evento finora osservato. Un'in-
terazione fra il gas eiettato e l'onda
d'urto dell'esplosione potrebbe spie-
gare la stabilità della luminosità del-
l'oggetto nell'ultravioletto. Che si
tratti di un buco nero supermassiccio
solitario, piuttosto che l'atto finale di
una stella rara, sembra che gli astro-
nomi non abbiano mai visto prima
qualcosa di simile a SDSS1133.
L
’osservatorio PS1 sull’Haleakala, Maui, poco prima del tramonto (la cima del
Mauna Kea è visibile sullo sfondo). Attraverso la feritoia della cupola si notano
lo schermo di calibrazione, lo specchio secondario, il traliccio e il coprispecchio pri-
mario. Le punte metalliche esterne alla cupola sono parafulmini. [Rob Ratkowski]
Z
oom dentro Markarian 177 e SDSS1133, che si conclude
con una simulazione della loro origine. Quando i buchi neri
centrali interagiscono, un “calcio” lancia uno dei due buchi
neri su un’ampia orbita che lo porta lontano dal nucleo della
galassia. [NASA's Goddard Space Flight Center/L. Blecha (UMD)]
l'ETH Zurich (Swiss Federal Institute of
Technology).
“Ma un'eccitante sco-
perta fatta con il satellite Swift della
NASA è che l'emissione di luce ultra-
violetta di SDSS1133 non è variata
nell'arco di una decina di anni, fatto
che non è solitamente osservato in un
giovane residuo di supernova.”
Per
analizzare l'ggetto in maggior detta-
glio, il team ha pianificato osserva-
zioni ultraviolette con il Cosmic
Origins Spectrograph a bordo dell'-
Hubble Space Telescope per l'ottobre
2015.
“Nelle riprese di Pan-STARRS1
abbiamo notato che SDSS1133 è stato
sempre sensibilmente più luminoso a
lunghezze d'onda visibili negli ultimi
6 mesi e ciò ha supportato la solu-
zione del buco nero e le nostre ra-
gioni di studiare SDSS1133 con l'HST”
,
afferma Yanxia Li, dell'UH Manoa,
coinvolta nell'analisi delle immagini
prese da Pan-STARRS1. Se SDSS1133
non è un buco nero, allora dev'essere
stato un tipo di stella molto insolita,
conosciuta come Luminous Blue Va-
riable (LBV). Queste stelle vanno sog-
gette a eruzioni episodiche che ri-
lasciano grandi quantità di massa
nello spazio, molto prima che esplo-
dano. Interpretato in questo modo,
n
1...,18,19,20,21,22,23,24,25,26,27 29,30,31,32,33,34,35,36,37,38,...48
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