PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
modelli utilizzati per ri-
cavarla, che lasciano un
margine di incertezza
di
±
2 miliardi di anni. Il
dato che qui più ci inte-
ressa è comunque quel-
lo del diametro stellare
(e di conseguenza quel-
lo della luminosità per
unità di superficie), per-
ché superando quello
precedentemente sti-
mato fa lievitare quello
di Kepler-452b, che sale
a 1,63 volte quello ter-
restre (circa 20800
±
2500
km). Maggiore è anche
il flusso di radiazione
che raggiunge il pia-
neta, ma poiché que-
st'ultimo è lontano dal-
la sua stella circa 7 mi-
lioni di km in più della
distanza media Terra-
Sole, il calore che riceve
è maggiore di appena il
10%.
Una volta stabilito che
KIC 8311864 non è esat-
tamente identica al So-
le, ma probabilmente
ne è una versione più
evoluta, resta ora da
capire se e quanto Ke-
pler-452b somiglia alla
Terra. Per dare una ri-
sposta dobbiamo ag-
giungere al quadro di
insieme un parametro
fondamentale, la massa
del pianeta. Sfortuna-
tamente il suo valore è
sconosciuto, infatti nes-
suna osservazione spet-
troscopica della stella ha mostrato sposta-
menti delle righe imputabili a una qualsivo-
glia trazione planetaria. Pur transitando sul
disco (e dietro il disco) e venendosi quindi a
trovare nella posizione ideale per spostare
la stella verso l'osservatore (e nella direzione
opposta), Kepler-452b è troppo piccolo e
lontano da KIC 8311864 per produrre effet-
ti rilevabili nella debole luce di quest'ulti-
ma con gli strumenti attualmente a disposi-
zione degli astronomi.
L'assenza di variazioni nella velocità radiale
della stella poteva anche significare l'inesi-
stenza del pianeta; un segnale periodico
come quello a esso attribuito poteva infatti
avere una diversa origine.
T
erra e Kepler-
452b faccia a
faccia. L’artista che
ha rappresentato
sul nuovo pianeta
ampi continenti
non ha conside-
rato che secondo
recenti e accurati